Bitcoin è la sola arma che può essere utilizzata solo per la difesa personale, e mai per l’offesa.

Sono del tutto convinto di questa idea. Anche se ritengo che la libertà vera, in tutte le sue forme, sia sotto attacco. Un attacco che deve essere affrontato in modi creativi e del tutto innovativi rispetto alle abitudini più comuni.

Mi capita come ovvio piuttosto spesso di assistere a speech che parlano di Bitcoin. Ebbene, il più delle volte questi discorsi, animati da N promotori o esperti, si traducono in una grande confusione di concetti. La metafora è presto detta…

Immaginiamo un convengo che parla di settore automotive. Immaginiamo che tale convegno abbia come relatori tre soggetti: uno che vende automobili in generale, uno che vende automobili Tesla, e un consulente finanziario che propone la sottoscrizione di azioni Tesla. Ora, se ciascun relatore espone la sua specifica materia, tutto bene; il pubblico sa di cosa si parla, e sceglie se acquistare una Renault, una Tesla, oppure se sottoscrivere azioni Tesla. Ma che succederebbe se ciascun relatore confondesse, in un unico minestrone di concetti, l’acquisto di una qualsiasi auto, l’acquisto di una Tesla e l’investimento nel settore automotive? Un caos, no?

Ecco: questo è il caos che ormai vige nel campo (mi tengo in sicurezza con la terminologia) blockchain e dintorni.

In generale sento massimalisti Bitcoin che parlano di libertà, indipendenza dalle banche e anonimato, senza capire che la libertà ce la stanno togliendo, e che si dovrebbe parlare più diffusamente di metodi concreti per garantire privacy e capacità di manovra finanziaria attraverso Bitcoin. Nel mondo di oggi, però, e non in un futuro lontano anni luce da noi!

Dall’altro lato scorgo conflitti assolutamente cretini tra fautori della token economy post-Ethereum (settore che reputo assolutamente legittimo e positivo) e suddetti massimalisti, che ancora non capiscono, o non vogliono capire, che DeFi e rivoluzione nakamotiano sono due cose completamente diverse, compatibili per il solo, banalissimo fatto di coesistere in questo nostro mondo come decine e centinaia di altre fattispecie.

Cioè, si parla in definitiva di tutto, ma non si parla di niente, in quanto ad essere taciuto è il tema fondamentale: la decentralizzazione sta diventando puro investimento classico, e questo non è un bene per la decentralizzazione vera, che è un totale cambio di paradigma, almeno in quella che ho chiamato economia non euclidea.

Credo serva una corposa e profonda riflessione su questo. Gli operatori che oggi parlano alla gente comune si stanno veramente ponendo come problem solver, oppure si limitano a snocciolare teorie filosofiche futuristiche (per quanto affascinanti) e auspici collettivi generici e affidati al caso?


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